PIACCIA O NO!

di Lorenzo Parolin[L8/791]

Per quale fine esistiamo?
Che ci piaccia o no, che ne abbiamo coscienza o no , esistiamo per consentire allo spirito (la scintilla divina che abita dentro di noi) di raggiungere il Creatore usando come mezzi di elevazione i beni terreni individuali e i benefici (dividendi) derivanti dalla vita di società.
E chi lo dice che il Creatore esiste e che lo si possa raggiungere?
Lo dico io, perché, per sua grazia, ho percepito dentro di me la sua presenza in modo inconfondibile e perché ogni giorno che passa sento che mi si svela sempre di più.
Presuntuoso?
Sì, ma colmo di gioia.
Dunque, progresso, scienza, tecnica, politica, economia ecc. sono fattori costruttivi (positivi) solo se vengono messi a servizio del fine spirituale , cioè se sono subordinati alla vocazione eterna.
Molti, però, perdono di vista la parte essenziale della vita: la trascendenza , e come fini primari dell’esistenza perseguono il successo in campo economico, l’ordine sociale (mondiale) e la felicità effimera. Non che il benessere terreno sia negativo in sé, ma quando sia di ostacolo all’incontro con Dio esso è negativo e dà effetti dannosi. Siamo alle prese con l’antico problema del bene e del male. Bene non è ciò che tanto piace al popolo, ma ciò che facilita il rapporto col divino; male non è ciò che non piace al popolo, ma ciò che ostacola il rapporto col divino.
Gli strabismi, le miopie e le cecità in questione sono frutto del Peccato Originale, (vedi Genesi Biblica) e il danno riportato dall’uomo nella caduta è di gravità tale da renderlo incapace di arrivare alla Meta Luminosa senza un aiuto portentoso. Solo Dio può salvare l’uomo ; egli, però, deve accettare di essere salvato/redento: deve cioè diventare seguace del Maestro o, se non lo conosce, comportarsi secondo virtù. In ogni caso il cammino verso l’Eterno è irto di ostacoli, è una valle di lacrime, è una via crucis a causa dell’invisibile influenza negativa esercitata dal Maligno sulla realtà.
Ti capisco se mi consideri uno sciocco a credere nel Demonio, anzi, mi dispiace che tu non ne avverta la presenza. Tendi meglio l’orecchio!
Molti indizi portano a pensare che ci sia un’opera individuale da compiere: la salvezza personale, e un’opera collettiva da costruire: il regno di Dio. Invece l’umanità si affanna a costruire una “ città ” che glorifica sé stessa. Essa mette l’uomo troppo al centro.
Se gli uomini del passato, del presente e del futuro formano i vari piani di un grande edificio strano , ciascun individuo ne rappresenta un frazione; e poiché l’intero è prevalente rispetto alla parte, all’individuo è chiesto di sacrificarsi per la società e alla società è chiesto di sacrificarsi per la costruzione di un regno dell’altro mondo (che non è di questo mondo).
Che ci piaccia o no, il paradiso in terra, come tutti vorremmo, non è possibile.
Il cristiano non è colui che si impegna economicamente, socialmente e politicamente a favore del prossimo; sì, anche queste occupazioni sono lodevoli, ma il suo segno distintivo è il colloquio costante che intrattiene con Dio alla ricerca di lumi. Il benessere non guasta, ma è un contorno, non il piatto forte. Non si confondano i fini con i mezzi.
Sei pronto?
Adesso farò un’altra sparata!
Il modello umano perfetto si è incarnato nella storia in Gesù Cristo, e l’epoca in cui l’ideale cristiano ha raggiunto diffusamente un livello elevato è stato il Medioevo, con il suo “Ora et labora”, prega e lavora.

 

 

La figura (L8/791a) ne schematizza la forma. Si noti la tensione verso l’alto delle componenti più interne con incurvamento delle pareti esterne a formare una concavità; poi, il buon equilibrio raggiunto si è progressivamente perso a favore di un elevato sviluppo materiale e sociale svuotati della spiritualità.
Il modello attuale può essere riassunto dalla figura L8/791b, ottenibile dal precedente per schiacciamento dall’alto fino a seppellire il nucleo centrale e a gonfiare le pareti laterali tanto da renderle convesse.
È più voluminoso del precedente?
Certamente sì, il progresso economico, tecnologico, scientifico, sociale e politico lo hanno ingrossato, tuttavia, avendo umiliato la componente spirituale, la felicità generale/globale dell’umanità è diminuita e il lavoro di medici, psicologi e psicanalisti è esploso. Brutto segno: frutti poco commestibili!
Si deve forse tornare al Medioevo?
No, indietro non si torna, ma riproporne lo spirito su scala ingrandita, dopo averlo depurato dei limiti che la storia ha evidenziato, risolverebbe alla modernità una infinità di problemi che la stanno portando all’autodistruzione.


La Natura ci chiede tutti i giorni di fare un passo avanti. Noi lo interpretiamo come un gradino verso l’alto, invece, data la conformazione ad imbuto del cielo, per distendere la testa verso l’alto, i piedi devono fare umilmente un passo verso il basso. Secondo il mio modo di vedere la realtà, più l’uomo volontariamente si porta a vivere nella sobrietà, nell’essenzialità, nel servizio, nella rinuncia, nel silenzio e nella meditazione, cioè verso ciò che è considerato un livello di vita basso , più trova un cibo che lo fa crescere di statura morale e spirituale tanto che la sua testa sale in alto a respirare la gioia. Per salire occorre scendere! Ogni altra strategia adottata dall’umanità l’ho vista dare risultati fallimentari. (L2/135)

 

[rif. www.lorenzoparolin.it L8/791]